A Galatina, nella splendida provincia di Lecce, nota come il “Cuore del Salento” in Puglia, Antonietta Brigante è un’esperta artigiana ceramista che realizza opere in terracotta e ceramica che raffigurano animali, persone e oggetti. Antonietta utilizza la favola come mezzo per trasmettere l’identità salentina-pugliese attraverso l’utilizzo di materiali naturali come l’argilla e i colori. Il suo lavoro è una straordinaria dimostrazione del legame dell’uomo con le sue radici, la sua storia, la sua cultura e le sue credenze che sono poi diventate norme e valori. Una combinazione unica di elementi tradizionali e contemporanei, resi vivi da colori incantevoli e da un’estetica che sfuma i confini tra fantasia e realtà.
COME NASCE UN PRODOTTO IN TERRACOTTA
Pajare e Furnieddhri – Trulli salentini

SOUVENIR SALENTINI
STORIA E TRADIZIONE
Storia della campanella
La leggenda racconta la storia di un povero pastore che aveva perso la sua pecora; dopo averla cercata ovunque per molto tempo, udì in lontananza il leggero tintinnio di una campana e ne seguì la direzione. Il pastore giunse sul ciglio di un crepaccio, dove vi era la sua pecora, rischiando di cadere dentro. All’improvviso apparve San Michele che, dopo aver salvato lui e la pecora, si tolse dal collo una campanella e la donò al pastore. Da allora, la campanella divenne simbolo di portafortuna, ed ancora oggi, secondo la tradizione salentina, viene donata alle persone a cui si vuole bene.
Storia del fischietto
Antichi e divertenti, i fischietti di terracotta sono uno dei prodotti artigianali più caratteristici della tradizione salentina. Il fischietto ha attraversato le epoche: è stato trovato nelle tombe di fanciulli dell’antica Grecia; veniva murato nelle cappe dei camini inglesi per scacciare le streghe; in Baviera, nei secoli XVIII e XIX, veniva messo nelle culle dei bambini per proteggerli dagli spiriti maligni fino al battesimo. I fischietti salentini si presentano con forme svariate, spesso ispirate al mondo animale come il galletto, simbolo di virilità e fertilità. Si regalano alle persone care come portafortuna o simbolo d’affetto.
Storia della pigna o pumo pugliese
Anche la pigna o pumo pugliese, frutto di un’antica tradizione manuale, ha attraversato la storia sino ai giorni nostri. Si ritrova posizionato agli angoli dei balconi salentini e viene utilizzato per valorizzare l’arredamento della casa. Rappresenta un bocciolo circondato da tre foglie di acanto che simboleggiano la primavera, la rinascita della natura, il rinnovamento e la fecondità. Oggetto versatile, portafortuna, la pigna o pumo è un dono speciale per tutte le occasioni: per una coppia di sposi, la nascita di un bimbo, una nuova casa o come elegante bomboniera per celebrare un evento familiare.
Storia della civetta
La civetta, per gli antichi Greci, era l’animale che rappresentava la dea Minerva (da qui il nome scientifico), dea della sapienza e delle arti. Il simbolo della civetta o “cuccuvàscia,” presente nello stemma di Galatina, risale all’epoca della fondazione di questa cittadina, “si presume colonia greca dedicata alla dea.” La civetta, in passato, è stata definita come uccello del malaugurio, cattiva nomea attribuita da ignoranza e deduzioni errate. Oggi, la civetta in terracotta o ceramica si regala come portafortuna alle persone care o si acquista come oggetto da collezione.
Tamburello e taranta
Il tamburello e il ragno “taranta” sono simboli legati a un rituale antichissimo di cui Galatina è custode. Ogni anno, dal 28 al 30 giugno, si rievoca questo antico rituale vicino alla piccola Cappella di S. Paolo, nella piazza principale del paese.
Trullo salentino
Conosciuto nel Salento come furnieddhu, pajara, pagghiara, truddhu, ecc., e risalente probabilmente all’anno Mille, il trullo salentino era una costruzione rurale utilizzata esclusivamente nel periodo estivo come giaciglio e rimessa per gli attrezzi. Era dotato all’esterno di spazi e pile per abbeverare e custodire gli animali, mentre gli interni erano predisposti con forno e spazi per riposare. Costruito con la stessa tecnica dei muri a secco, caratterizza i nostri territori portandolo a essere tutelato e valorizzato.
La massaia salentina
La massaia è una figura importante del Salento e raffigura la donna formosa contadina. Chiamata in diverse forme dialettali (cummare, mmassara, pittecula), oggi la massaia è presente in tutti i mercatini e nelle feste patronali. Antonietta Brigante ha realizzato la sua prima “massaia” nel 1998 sulla base di una campanella, personalizzandola con svariate forme e applicazioni (cestini, fiori, animaletti).
La bagnante salentina
Il Salento è bagnato da due mari (Ionio e Adriatico) ed è ricco di splendide coste. Antonietta Brigante ha pensato di raffigurare la bellezza femminile accostandola a quella dei nostri luoghi, realizzando la sua prima bagnante salentina in versione vintage.